Refitting Nautico
Le case non sono altro che barche venute male, così
saldamente incagliate che
non si può nemmeno pensare a muoverle. Il desiderio
di costruire una casa è lo
stanco desiderio di un uomo capace di vedere
davanti a sé un solo ancoraggio.
Il desiderio di costruire una barca è il sogno
della giovinezza, ancora restia ad
accettare l’idea di un luogo definitivo in cui
riposare: è forse per questo che,
quando arriva, il desiderio di costruire una
barca è di quelli a cui non è possibile
resistere. Inizia come una piccola nuvola su un
orizzonte sereno. Finisce
coprendo tutto il cielo, tanto che non riuscite
più a pensare ad altro. Dovete
costruire per riconquistare la vostra libertà.
(Cit. Arthur Ransome)
Riconquistare
la libertà:è proprio il proposito di chi ama il mare ed ama viverlo attraverso
quella passione e quel forte desiderio di possedere una barca,sia essa
nuova,usata,d’epoca!
Spesso si
preferisce acquistare una barca usata e trasformarla con un buon refitting secondo
il proprio gusto.
Un restauro
sapiente, una complessa manutenzione straordinaria, un refitting sia totale che
parziale,richiedono spesso un investimento significativo ma per molte
imbarcazioni possono determinarne il nuovo valore, la nuova vita.
Il mercato è
esploso relativamente in fretta, sia in termini di dimensione che di numeri ,ed
i servizi nautici non sempre sono all’altezza delle esigenze e degli
investimenti richiesti, perchè a mancare sono spesso le professionalità
specifiche e le strutture adeguate.
Ma di contro
si sa che in Italia è anche possibile trovare capacità straordinarie,
supportate da tradizione e tecnologia, in grado di realizzare anche il più
sofisticato refitting e riportare a nuovo splendore yacht rari, vintage o vere
barche d’epoca.
Un buon
cantiere di refitting unisce la passione
alle competenze ed all’esperienza specifica ed ha la capacità di offrire ai
propri clienti il supporto idoneo per varie tipologie d’intervento. Intraprende
operazioni di prestigio e di business nel reperire le barche più originali o
convenienti da far rifiorire con il refitting totale.
Refitting idealmente significa prendere in consegna una
grossa barca, smontarla pressoché in maniera totale, riprogettarne gli interni,
gli esterni e gli impianti e dopodiché ricostruirla, provarla e certificarla.
LA SCELTA DEL CANTIERE
Un’imbarcazione ,sia essa a vela o a motore, può essere costruita con
vari materiali, quali legno, vetroresina, leghe di metallo…Essendo essa sempre
esposta agli agenti atmosferici, necessita pertanto di continue manutenzioni
per garantire una navigazione sicura ed una crociera confortevole per gli
ospiti e l’equipaggio.
Tali lavori devono essere
svolti con una periodicità prefissata.
Un intervento di refitting permette all’armatore di riqualificare la propria barca, sia dal
punto di vista estetico che da quello funzionale e tecnologico.
Con il seguente schema possiamo analizzare le fasi generali di un
refitting nautico:
Analizziamo ora le fasi in
maniera più dettagliata.
Il primo e fondamentale
passo sarà per l’armatore quello di individuare il cantiere al quale affidarsi
per svolgere i suddetti lavori.
Il cliente si affiderà ad un
cantiere che si distingua per la
professionalità e soprattutto che ispiri un forte senso di affidabilità.
A tal proposito l’armatore, o chi per lui segue i
lavori, prenderà informazioni circa il cantiere al quale affidare i lavori.
Nella valutazione iniziale sarà importante conoscere le caratteristiche del
cantiere ed orientarsi su aspetti fondamentali, come la disponibilità di
mezzi adeguati alla realizzazione dei lavori, servizio impeccabile,
qualità del prodotto, nuove strutture, materiali innovativi, tecnologia e
know-how, rapporto qualità prezzo in linea con l'attuale andamento del mercato.
L’armatore quindi,
informatosi sulla proprietà e direzione tecnica, chiederà un preventivo e che il
lavoro venga svolto nell’interesse dell’imbarcazione e del suo proprietario.
Una volta avvenuta tale
scelta, sarà il cantiere a farsi carico della buona esecuzione dei lavori,
ricorrendo alla competenza delle proprie maestranze e avvalendosi, ove
necessario , della collaborazione di ditte fornitrici qualificate.
Sostanzialmente un intervento di refit, per
definizione, coinvolge quelli che sono gli “organi vitali” di uno yacht.
Infatti, nella maggior parte dei casi la barca viene svuotata
dei macchinari e delle linee interne che devono essere sostituite. E’ facile
intuire allora quanto sia importante per un cliente fare in modo ch
e il denaro investito
su questo tipo di intervento dia risultati fruttuosi e non si riveli
invece una spesa molto onerosa e poco funzionale.
Infatti gli
interventi di refitting cercano di proporre soluzioni compatibili con le
richieste del cliente al passo con le nuove tecnologie.
Avvalendosi del supporto di architetti ed ingegneri altamente qualificati si è in grado di redigere un dettagliato e completo quadro dei lavori, definendo poi con l’armatore il budget di spesa, la tempistica e lo stato dei lavori.
Avvalendosi del supporto di architetti ed ingegneri altamente qualificati si è in grado di redigere un dettagliato e completo quadro dei lavori, definendo poi con l’armatore il budget di spesa, la tempistica e lo stato dei lavori.
E’ possibile ,se richiesto, il rilascio di idoneo certificato o perizia tecnica
dei lavori eseguiti.
A seguire un esempio di
organizzazione di un cantiere:
Proprietà Ufficio amministrativo, Ufficio
contabile, P.R. Progetti
Direzione tecnica
Verniciatura
Attrezzatture Capo Squadra Maestranze
Reparto resina
Reparto legno
Impianto
Magazzino
Perizie tecniche
ed assicurative
Gru
|
LE FASI DI UN REFITTING
|
||||
Con questo termine, nella nautica da diporto, ci si riferisce ad un complesso di servizi offerti da cantieri specializzati per il restauro e la trasformazione di imbarcazioni e superyacht. Il processo di refit restituisce loro nuova vita in termini di comfort, tecnologia, sicurezza, sostenibilità ambientale con costi decisamente più contenuti rispetto all’acquisto di una nuova imbarcazione.
Lo sviluppo di imbarcazioni “ecologiche”, sicure e competitive sul mercato , la ricerca dei materiali, l’accessibilità , il rapporto uomo – macchina, efficienti e sostenibili relazioni porto – territorio, rappresentano i punti principali per l’innovazione del settore.
|
||||
Il processo di refit si articola tipicamente nelle
seguenti fasi:
- Accettazione imbarcazione in
cantiere
- approvvigionamento materiali
- smontaggi e demolizioni
- assemblaggi, ricostruzione,
montaggi etc.
- rifiniture, verniciature,
sistemazioni
In maniera più dettagliata:
- Fornitura e montaggio coperte in teak
- Rigging coperta ed albero
- Verifica impianti oleodinamici
- Impiantistica ed elettronica
- Costruzione e riparazione pulpiti ed accessori inox
- Fornitura, smontaggio e rimontaggio finestrature ed oblo
- Analisii non distruttiva di strutture in laminato o composito con
ultrasuoni
- Verniciatura scafo e coperta a gel coat o smalto
- Ferring del bulbo e verifica tenuta scafo-coperta
- Verifica apparati motori, controlli, tagliandi, revisioni al banco
- Idraulica
- Manutenzione e restauro interni
- Falegnameri a e carpenteria in legno
- Tappezzeria
Ed
infine:
- varo
Un cantiere così strutturato riesce a fornire un servizio più economico,
migliore e più veloce rispetto al singolo artigiano che non ha i mezzi e le
strutture necessarie. Parlando per fasi possiamo dire che il flusso di lavoro
consiste nel:
1) dare visibilità al cantiere, non tanto con la pubblicità
quanto con una presenza costante a livello internazionale;
2) produrre preventivi corretti, completi e trasparenti;
3) dare una dettagliata descrizione degli interventi sul
preventivo che tranquillizzino il committente.
Segue poi
l'organizzazione ed il controllo dei lavori e dei costi; infine il sea trial,
le prove in mare di galleggiabilità e stabilità con le relative certificazioni.
Spesso capita che una commissione composta da ingegnere, designer, falegname,
verniciatore, elettricista e impiantista parta per andare a studiare in
dettaglio un intervento dove si trova la barca ovunque nel mondo.
Quello del
refitting di imbarcazioni a vela e a motore è divenuto il "core
business" di alcuni fra i cantieri più tecnologici e meglio organizzati
presenti nel panorama nazionale. Questo perché è cresciuta la richiesta per
questo tipo di interventi ma anche perché il ricondizionamento di alcune
imbarcazioni, spesso, è talmente impegnativo da richiedere strutture sempre più
ampie e specializzate, talvolta persino più all'avanguardia di quelle a
disposizione dei cantieri che le barche le costruiscono.
REFITTING
DI BARCHE D’EPOCA
Definire quale barca sia da
considerarsi d'epoca non è facile:bisogna chiedersi se è quella che ha più di venticinque o più di
trent'anni .Se è stata rimaneggiata profondamente definire il grado di
rimaneggiamento o di trasformazione, stabilendo così se la barca è d'epoca o
no. In realtà, il termine "barca d'epoca" è solo una definizione
soggettiva, mancando una definizione derivante da legge o almeno da
consuetudine, così come anche, ad esempio, avviene per il termine
"motorsailer": la legge italiana stabilisce quando l'imbarcazione è a
vela (con o senza motore ausiliario) e quando invece è a motore (con o senza
vela ausiliaria), ma non prevede il motorsailer, genericamente e abitualmente
indicato come un'imbarcazione in cui motore e vela hanno uguale importanza ai
fini propulsivi. Si capisce subito quanto la parola "motorsailer" sia
vaga, dipendendo dalla superficie velica, dalle forme di carena, dalla capacità
di stringere il vento, dalle forme e dalle dimensioni degli interni e della tuga
e via dicendo.
Così avviene
anche per il termine "barche d'epoca", variamente interpretato dai
proprietari, dal cantiere, dai progettisti, dall'ASDEC, dall'AIVE e dalle altre
associazioni di proprietari di barche, dagli organizzatori dei raduni, dai
broker.
Con questo termine, nella nautica da diporto, ci si riferisce ad un complesso di servizi offerti da cantieri specializzati per il restauro e la trasformazione di imbarcazioni e superyacht. Il processo di refit restituisce loro nuova vita in termini di comfort, tecnologia, sicurezza, sostenibilità ambientale con costi decisamente più contenuti rispetto all’acquisto di una nuova imbarcazione.
Lo sviluppo di imbarcazioni “ecologiche”, sicure e competitive sul mercato , la ricerca dei materiali, l’accessibilità , il rapporto uomo – macchina, efficienti e sostenibili relazioni porto – territorio, rappresentano i punti principali per l’innovazione del settore.
Che le barche
d'epoca siano di moda è evidente: le riviste nautiche ne parlano, i broker le
cercano e gli appassionati pure, mentre quotidiani e periodici intervistano
volentieri famosi personaggi, fotografati a bordo dei loro preziosi velieri,
trovati in un angolo di fiume, buttati da una parte, ma riconosciuti, armati e
portati in Italia per il refit.
Questo
interesse è esploso abbastanza recentemente, se si considera che, fino a una decina
d'anni fa, i capannoni erano pieni di barche di legno che ormai non voleva più
nessuno e sembravano destinate alla demolizione. Allora per moda,per passione o
per distinguersi dalle masse che hanno
riempito i porti di barche molto simili tra loro ,si cerca il “ pezzo” unico
che non ha nessuno, ossia la barca in legno, anche se vecchia, malconcia o
addirittura semidistrutta o rimaneggiata .
Unica e di conseguenza diversa dalle altre.
A ben
guardare, tra i proprietari di questo tipo di imbarcazioni c'è veramente di
tutto: lo studente che vuole andare per mare con gli amici, l'industriale
miliardario che vuole fare vedere a tutti il suo potere economico ed il vecchio
appassionato che ha la barca fin dalla nascita ed è un vero intenditore.
Ognuno fa un uso
diverso della sua barca: c'è chi la usa sul serio, c'è chi non ci va mai e la
noleggia, c'è chi mette piede a bordo solo in occasione del varo , c'è chi vive
a bordo e fa piano piano il giro del Mediterraneo, chi ci va in America e chi
resta a Portofino o a Porto Cervo tutto l'anno. Nulla accomuna tutti questi
personaggi, se non il fatto di possedere una barca diversa dalle altre, e nulla
accomuna le barche, se non il fatto di avere una certa età: si trovano infatti
derive e barche da regata storiche come il Dinghy 12 piedi S.I., il Dragone,
il Requin o la classe U., classi metriche da regata come il 5,50 S.I., i 6 e
gli 8 metri. Insomma tutta una flotta eterogenea e multiforme di barche in
legno, in acciaio, a struttura mista legno e acciaio, a vela e a motore, di
cantiere famoso o senza pedigree.
Ben diverse
sono anche le condizioni in cui una barca d'epoca si può trovare, perché si va
dalla barca completamente abbandonata, se non addirittura affondata, alla barca
tenuta in perfetto stato da proprietari scrupolosi: tra questi due estremi si
trova tutta una gamma di imbarcazioni che finiscono comunque tutte con l'avere
in comune la necessità di essere rimesse in perfette condizioni.
RESTAURO O RIPARAZIONE
Le
differenze sono molte: un cantiere di riparazione è in grado di intervenire su
qualsiasi parte di una barca classica, ma molte volte non ha il rispetto dovuto
alle tecniche costruttive impiegate nella costruzione della barca che ci
interessa, mentre un cantiere di restauro - e sono pochissimi in Italia - ha
una grande preparazione, storica e culturale, su ogni tipo di costruzione
tradizionale.
Vero
restauratore è colui che conosce i metodi costruttivi, i materiali impiegati, le caratteristiche tecniche
degli scafi, delle attrezzature, delle
vele, delle imbarcazioni da diporto delle epoche passate, mentre il riparatore
è colui che normalmente lavora sulle barche recenti, per le quali non è
richiesta sensibilità storica e rispetto della tradizione.
Cantieri
di riparazione e di costruzione in Italia ce ne sono alcune decine, mentre i
cantieri in grado di intervenire profondamente su una barca storica per
operazioni di restauro o ricostruzione sono molto pochi: tra questi ricorderò,
ad esempio,CN Tecnomar di Fiumicino, Carlini di Rimini, De Cesari di Cervia,
Bertolucci di Viareggio, Morri e Parra di Viserba, Valdettaro di
Questi cantieri sono tutti validi ma
non hanno le stesse capacità di intervento: ce ne sono di quelli che restaurano
una barca all'anno o anche più di rado, altri per i quali il restauro è un
fatto occasionale.
I problemi del restauro
sono molti: innanzitutto difficoltà di trovare barche interessanti e degne di
essere restaurate, difficoltà di trasporto della barca fino al cantiere di
restauro, gravosità e, talora, impossibilità di reperire disegni originali o
informazioni sull'oggetto da ricostruire, scarsezza delle essenze di legno
giuste per intervenire e, non ultima, la necessità di prevedere spese esose;
non va dimenticato inoltre che i cantieri in grado di fare interventi estesi su
barche d'epoca, sono pochi, e quei pochi sono sempre impegnati, per cui non si
può pensare che una barca affondata nel fango possa essere ricostruita quasi
completamente e tornare agli antichi splendori nel giro di pochi mesi.
Nel settore del restauro, soprattutto
in quello delle barche di grandi dimensioni, come i
Per tornare al problema base, non va
dimenticato che il restauro è un'operazione complessa e costosa e che richiede
una grande preparazione storica, culturale, tecnologica e di navigazione a
tutti coloro che vi partecipano: all'armatore, ai progettisti, al cantiere,
all'attrezzatore, ai carpentieri e a tutti coloro che devono ricostruire una
barca in tutti i suoi particolari, rispettandone l'origine, ossia cercando di
ricostruire fedelmente la barca, così come nacque o come successivamente fu ridisegnata e allestita.
Eccoci
arrivati al punto dolente del restauro in Italia: mentre all'estero, ad esempio
in Inghilterra, dove la tradizione nautica ha lontane radici, il restauro,
anche di barche molto piccole, fino alle derive, è inteso a ricostruire
fedelmente la barca nei suoi particolari come era al momento del primo varo, in
Italia si ha più la tendenza a ricostruire scafo, coperta e sovrastrutture come
in origine, intervenendo però anche pesantemente sulle attrezzature e gli
accessori di coperta, sugli interni e sui particolari costruttivi.
Il proprietario della barca da restaurare vuole sì che la
barca torni agli antichi fasti, ma vuole anche renderla comoda, pratica,
maneggevole e soprattutto utilizzabile con un equipaggio ridotto a due o tre
persone: risultato è che, su barche dei primi del secolo, si vedono bellissime
coperte in teck con enormi verricelli e salpancore elettrici, alberi e boma in
lega leggera di disegno moderno, impiombature Norseman, radar e strumenti
elettronici bene in vista e via dicendo.
Il
progettista incaricato dello studio di restauro o ricostruzione deve riuscire a
mettere in barca tutti quegli impianti che una volta non c'erano e che oggi
sono più o meno necessari: desalinizzatori, gruppi elettrogeni, impianti di
riscaldamento, impianti elettrici estesi, strumentazione elettronica, ecc.
Tutti questi accessori e impianti vengono messi in sentina nei vari gavoni
della barca, soprattutto a poppa e nascosti ovunque possibile, col risultato
che spesso una barca restaurata è talmente piena di cavi elettrici, tubi, serbatoi
e così via, da non essere più ispezionabile nei punti vitali. Ma questo non
avveniva all'epoca d'oro della costruzione in legno, perché allora le sentine
in genere erano vuote, accessibili, lavabili e soprattutto ispezionabili;
altrettanto dicasi delle sezioni poppiere delle barche, nei cui gavoni si
poteva tranquillamente entrare per controllare periodicamente lo stato del
fasciame, delle strutture, delle zone intorno alle lande e nello specchio di
poppa.
IL
PROCESSO DI REFITTING NEI DIFFERENTI AMBITI
• Refitting
della falegnameria: all’interno della
falegnameria si realizzano modifiche interne, ripristino mobili
danneggiati, lavorazioni di teak e parquet.
• Refitting della
elettrotecnica: manutenzione e aggiornamento impianti elettrici, installazione
di Radar, GPS, Navtex, telefoni satellitari, antenne V SAT, EPIRB, SSB,
domotica, impianti audio/video, gestione remota, connessione remota, visori
notturni e diurni visibili da remoto, internet di bordo.
• Refitting
della illuminotecnica: realizzazione d’impianti all’avanguardia.
• Refitting
della climatizzazione: fornitura ed installazione nuovi impianti, manutenzione
e riparazione impianti esistenti.
• Refitting
della idraulica: installazione dissalatori e impianti di trattamento acque,
rifacimento e manutenzione impianti idrici.
• Refitting
della meccanica: manutenzione e revisione motori.
• Refitting
della oleodinamica: manutenzione e realizzazione impianti.
• Refitting
deli ricambi: grazie ad un magazzino fornito ed alla stretta collaborazione con
le migliori aziende di prodotti per la nautica, un buon cantiere può offrire
ricambi originali in tempi molto brevi.
• Refitting
della tappezzeria: sostituzione di moquette, divani in pelle e tessuto,
tendaggi e rivestimenti.
• Refitting
delle pulizie ed igienizzazione: uno staff qualificato è sempre operativo per
garantire il miglior servizio di pulizie ed igienizzazione stagionale.
• Refitting
della carrozzeria: si effettuano lavori di ritocchi, lucidatura, modifiche
strutturali in vetroresina, verniciatura completa a gelcot e smalto.
IL REFITTING E LA CRISI
Dopo un anno passato in piena crisi, nel quale
le vittime sono state numerose, anche i cantieri di prestigio della nautica da
diporto cercano di rilanciarsi attraverso
il refitting.
In
sostanza, in un periodo di scarsa disponibilità finanziaria, molti neo armatori preferiscono
optare per l’acquisto di una barca da diporto usata alla quale magari
apportare modifiche sia di carattere strutturale che estetiche, anziché optare
per uno scafo nuovo.
Questa tipologia d’acquisto, in linea
di massima, consente un buon risparmio ed al con- tempo permette un notevole
livello di personalizzazione pari
a quella che si otterrebbe con una barca mai varata.
Il refitting per
i cantieri implica invece un ripensamento generale delle modalità di
lavorazione, con l’introduzione di nuove professionalità sia di tipo
artigianale che a livello tecnologico, così da consentire di poter recuperare
veri e propri gioielli della tradizione nautica italiana.
In
questo modo sembra proprio che le linee di sviluppo e comparto nautico possono
godere di nuova linfa vitale, così come sembra anche confermato dal rinnovato
interesse dei grossi gruppi finanziari per le operazioni di leasing nautico
erogate proprio per il refitting di
barche storiche.
Personalmente considero il refitting
un vero e proprio patrimonio della cantieristica da diporto italiana ,sia
perché tramanda l’arte dei maestri d’ascia, che ormai da secoli hanno prodotto
capolavori ineguagliabili, sia
per ridar vita ad imbarcazioni per troppo tempo trascurate.
Inoltre
il refitting può rilanciare un mercato ecosostenibile che altrimenti vedrebbe
notevoli problemi per lo smaltimento degli scafi in vetroresina,costruiti
all’inizio degli anni cinquanta del secolo scorso.
Considerando
quindi il periodo storico che attraversiamo, il refitting in termini economici apporta
notevoli risparmi e benefici con la possibilità di ridar vita ad
un’imbarcazione ,ma soprattutto di non dover rinunciare ad una grande
passione,ad uno stile di vita.








